18 Aprile 2018

Cos'è un intervallo musicale

Un intervallo è la distanza tra due suoni. Affermazione che vuol dire tutto e niente.

Facciamo un pò di chiarezza…

Il suono è vibrazione e in acustica una sorgente sonora genera vibrazioni armoniche. Le frequenze di queste vibrazioni sono multipli di una frequenza fondamentale che è la prima nell’ordine della serie dei suoni armonici.

In sostanza il suono emesso dalla corda di una chitarra è la somma del suono fondamentale e delle sue armoniche e noi percepiamo la somma di queste frequenze.

In teoria la serie degli armonici è infinita, ma non nella pratica in quanto è condizionata dalla struttura fisica e meccanica della sorgente sonora (lo strumento che suoniamo) e dall’ambiente nel quale questa sorgente si diffonde e risuona.

Ammessa questa serie degli armonici e dato il sistema musicale in uso, noto come temperamento equabile o sistema temperato, possiamo iniziare a distinguere gli intervalli in consonanti (unisono, ottava, quinta giusta, quarta giusta, terza maggiore e minore, sesta maggiore e minore) e dissonanti (seconda maggiore e minore, settima maggiore e minore, quarta aumentata, quinta aumentata e diminuita). Gli intervalli dissonanti richiedono particolare attenzione in quanto rinforzano gli armonici lontani dal suono fondamentale.

L’intervallo può essere melodico (due suoni consecutivi nella dimensione orizzontale) e armonico (due suoni simultanei nella dimensione verticale), ascendente (da un suono grave ad uno acuto) e discendente (da un suono acuto al grave).

Nel sistema equabile l’intervallo più piccolo è il semitono detto cromatico (due suoni con nome uguale, ad esempio do-do#) e diatonico (due suoni con nome diverso, ad esempio do#-re). La somma di due intervalli di semitono dà un intervallo di tono.

Un intervallo si classifica con gli aggettivi giusto, maggiore, minore, diminuito, aumentato (o eccedente), più che diminuito e più che aumentato.

Dove troviamo gli intervalli?

Puoi trovarli in una melodia, negli accordi ma prima di tutto sono costitutivi della scala (una successione di suoni che parte da un suono grave e arriva allo stesso suono più acuto a distanza di otto suoni, detta per l’appunto distanza di ottava).

Prendendo ad esempio la scala di do maggiore gli intervalli che troviamo in essa sono:

  • seconda maggiore: 1 tono;
  • terza maggiore: 2 toni;
  • quarta giusta: 2 toni più un semitono;
  • quinta giusta: 3 toni più un semitono;
  • sesta maggiore: 4 toni più un semitono;
  • settima maggiore: 5 toni più un semitono;
  • ottava giusta: 5 toni più 2 semitoni.

Un intervallo maggiore abbassato di un semitono diventa minore (viceversa un intervallo minore alzato di un semitono diventa maggiore).
Un intervallo giusto alzato di un semitono diventa aumentato (o eccedente), mentre abbassato di un semitono diventa diminuito.
Infine un intervallo maggiore alzato di un semitono diventa aumentato (o eccedente) e un intervallo minore abbassato di un semitono diventa diminuito.

La scala costituita da soli semitoni viene chiamata scala cromatica.

Un intervallo può essere semplice (gli estremi dello stesso si trovano all’interno dell’ottava) o composto (gli estremi dell’intervallo superano l’ottava, ad esempio gli intervalli di nona, decima, undicesima e tredicesima).

La prassi vuole che l’intervallo si indichi dal suono più grave, ma tutti gli intervalli si possono rivoltare (do-mi è un’intervallo di terza che rivoltato diventa mi-do, cioè un intervallo di sesta).

Quando rivoltiamo gli intervalli dobbiamo ricordare che:

  • un intervallo maggiore diventa minore e viceversa;
  • un intervallo aumentato diventa diminuito e viceversa;
  • l’intervallo più che aumentato diventa più che diminuito e viceversa;
  • l’intervallo giusto rimane giusto.

Ricorda: il risultato della somma di due intervalli, uno diretto e l’altro rivoltato, è sempre nove (do-mi è un intervallo di terza maggiore che rivoltato diventa mi-do, cioè un intervallo di sesta minore e tre più sei dà come risultato nove).

19-04-2024 13:48

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